La ZSC IT8050022 Montagne di Casalbuono occupa una superficie di circa 17.122 ha e ricade nella regione biogeografica Mediterranea. Si sviluppa su una altitudine media di circa 700 m s.l.m. (altitudine min. 125 – altitudine max. 1.480). Sotto il profilo amministrativo, il sito interessa gli ambiti territoriali dei comuni di: Sanza, Montesano sulla Marcellana, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Morigerati, Tortorella, Torraca, Sapri.
All’interno del confine della ZSC non sono presenti ambiti urbani ad esclusione di piccole frazioni.
La ZSC ricade all’interno della Provincia di Salerno e dista dal capoluogo provinciale 92 Km in direzione nordovest. L’area ricade all’interno di 2 comprensori di Autorità di Bacino.
La parte sud ovest ricade nella Unit of Management “Sinistra Sele” (ex AdB Campania Sud ed interr. Sele – ex AdB reg. sx Sele), la parte nord est ricade nella Unit of Management “Sele” (ex AdB Campania Sud ed interr. Sele – ex AdB interr. Sele).
L’area di tutela si presenta con una forma omogenea sebbene allungata in direzione nord/sud, insistendo su di un ambito di montagna, la cui dimensione massima longitudinale è di 23 Km e trasversale di 13 Km circa.
Inquadramento geografico
La ZSC si trova nella prima fascia collinare posizionata a nord del Golfo di Policastro e della città di Sapri.
Nel complesso la ZSC è delimitata a sudest dal confine regionale della Campania con la Regione Basilicata, a nord est dal tracciato autostradale della E45 – A3 Salerno-Reggio Calabria, nel tratto Buonabitacolo/Padula – Lagonegro Nord. Il limite nordovest corrisponde all’allineamento tra i paesi di Sanza e Caselle in Pittari, e tra questo in direzione est fino a Casaletto Spartano. Il limite sudovest corrisponde all’allineamento degli abitati di Casaletto Spartano, Torraca e Sapri.
La ZSC, nella zona nord è percorsa dalla S.S. 517 ed a sud è attraversata dalla S.P. 349.
Inquadramento climatico
L’intera Regione Campania ricade secondo la classificazione di Köppen (1936) nelle zone temperate ed in particolare nelle aree mediterranee. Il clima mediterraneo è caratterizzato da estati asciutte e molto calde, con piovosità invernale uguale o superiore al triplo delle piogge estive (Ri≥3Re); questa definizione è valida per l’intero bacino del Mediterraneo.
Tipiche temperature medie mensili sono di solito tra 25 e 30° C d’estate e tra 11 e 17° C d’inverno. La piovosità annua, da leggera a moderata, varia tra 400 e 1000 mm ed ha luogo soprattutto d’inverno. Molto spesso il tempo è sereno e assolato; persino d’inverno sono piuttosto rari i giorni completamente privi di sole, dato che la pioggia è di breve durata. Le gelate occasionali che avvengono d’inverno sono per lo più il risultato del raffreddamento radiativo notturno, che segue l’arrivo d’aria fredda polare. Un certo numero di venti caratteristici sono collegati con i climi mediterranei quali: scirocco, maestrale, tramontana.
Geologia e geomorfologia
L’analisi geologica e geomorfologica ha preso a riferimento la cartografia CARG relativa al Foglio n°520 SAPRI, Foglio n° 521 LAURIA, Foglio n° 504 SALA CONSILINA, Foglio n° 505 MOLITERNO basate su carta IGM a scala 1:50.000.
L’assetto geologico della ZSC è interessato dall’Unità tettonica Alburno-Cervati-Pollino, derivata dalla deformazione del tratto centrale della Piattaforma campano lucana che vede prevalere la Formazione dei Calcari a Radiolitidi che risulta la più antica ed in sub ordine, in alcune aree di sommità morfologica, si osserva la Formazione di Trentinara e in alcuni tratti la formazione del Bifurto, la più recente, osservabile con distribuzioni areali più ampie nella zona est.
Nel dettaglio, i Calcari a Radiolitidi sono delle calcareniti e calcilutiti bioclastiche grigie in strati da medi a spessi; subordinatamente si osservano delle calcilutiti stromatolitiche. Nella parte bassa la formazione si parte da intecalzioni di torbiditi arenaceo-pelitiche a composizione quarzoarenitica, di colore giallastro e rossastro con granuli di quarzo arrotondato a cemento siliceo con livelli di argilliti di colore grigio marroncino. Il suo spessore stimato è di circa 200 metri.
In qualche raro caso, come per esempio nel basso versante sud occidentale di M. Rotondo e nel basso versante sud orientale di M. Pecchionari, affiora la formazione dei Calcari a Gasteropodi e Requienie. Trattasi di calcari grigi e avana, con frequenti intercalazioni di argille verdi, subordinatamente dolomie grigie e giallastre, con frequenti livelli di gasteropodi e requienie (cretaceo superiore). Questa formazione è più antica rispetto alla Formazione dei Calcari a Radiolariti.
La Formazione dei Calcari a Radiolitidi rappresenta in superficie la copertura più ampia della ZSC. A partire da sud, prendendo a riferimento la zona ad est dall’abitato di Sapri, e procedendo verso nord, la formazione si estende fino a raggiungere l’abitato di Sanza in maniera omogenea e con una direzione NNO-SSE. Il limite orientale è riconducibile alla vale del Torrente Calore e del suo prolungamento in direzione SSE impostato strutturalmente ad un sovrascorrimento che vede ad est le unità tettoniche Lagonegresi a nord, (Formazione di Monte Facito), le unità tettoniche esterne (Formazione Foraporta) e unità tettoniche interne (Complesso di Nemoli).
A nord ovest, lo sviluppo areale di questa formazione, si estende con un pronunciamento verso ovest sino a raggiungere i paesi di Tortorella e Caselle in Pittari.
La zona a nord ovest di Sapri, sebbene esterna alla ZSC, è caratterizzata dall’Unità tettonica Nord calabrese Eocenica dove appare in superficie la Formazione del Saraceno caratterizzata da calcilutiti, calcareniti nerastre, arenarie torbiditiche quarzo micacee. Lo spessore medio è di circa 450 metri.
Ancora più a nord, sino a lambire il paese di Casaletto Spartano, si osserva l’Unità delle successioni sin-orogene con la Formazione di Albidona, torbiditi arenaceo pelitiche e calcarenitico marnose con spessore di circa 350 m appartenenti al periodo miocenico.
Tenuto conto della vasta superficie della ZSC e degli ambiti comunali di appartenenza, si riporta per semplicità uno stralcio della Carta geologica alla scala 1:100.000 che comprende l’intera zona.
L’intera area risulta caratterizzata da una formazione calcarea che ha subito una forte tettonizzazione. Il gran numero di faglie, dirette e inverse, cosi come i diversi sovrascorrimenti e pieghe, hanno determinato, come prassi, il complesso ed articolato sistema idraulico locale.
Da un punto di vista morfologico, l’intero ambito areale della ZSC si presenta articolato con una dorsale che da sud si mantiene a quote oltre i 1000 metri slm in direzione nord per circa 9 km per poi proseguire con un altopiano inciso da valli fluviali che possiedono prevalentemente una direzione nord sud ed est ovest.
La dorsale morfologica e l’altopiano sono separati dalla valle fluviale molto incisa del Torrente Bussentino, il quale forma un’ampia curvatura. La valle fluviale così articolata collega la frazione di Fortino ad est con Casaletto Spartano ad ovest.
Al centro dell’altopiano, si osserva una dorsale morfologica in direzione sud nord, quale naturale prolungamento della dorsale che prende origine poco a nord di Sapri.
Descrivendo la morfologia dell’area più nel dettaglio, a partire dal piccolo Golfo di Sapri, in direzione nord est. prende origine il versante pedecollinare di M. Olivella (1025 m slm) che si concretizza come un alto morfologico isolato. Ancora in direzione nord-est si osserva l’inizio della dorsale morfologica posizionata in direzione NO-SE. Qui si rileva la struttura con le quote più elevate corrispondenti alla Serra Lunga (1.480 m s.l.m.) che si mantiene per circa 3 km in direzione NO con quote altimetriche di 1.200 m slm di media. Al termine della dorsale di Serra lunga, ad est si osserva l’alto morfologico di M. Salice (1092 m slm), mentre a nord è presente una selletta a quota di 1.000 m slm quale elemento di separazione con il M. Cucuzzo (1.371 m slm) ancora a nord. Da qui, si mantiene ancora la dorsale morfologica, il cui toponimo prende il nome di Serre delle Fontabelle (oltre 1.200 m slm) per terminare a nord con il M. Colla ed un limitato altopiano posto a quota di circa 700 m slm, delimitato dal corso del Torrente Casaletto, il quale possiede una forma ad arco con concavità a sud.
Oltre il torrente, prende origine una coalescenza di alti morfologici che trova inizio dal M. Pecchinari (1063 m slm) separato da una vallecola fluviale (fosso del Vareo) per poi proseguire a nord con il Piano dell’Averno, costituito dagli alti morfologici di M. Cernicoli (1077 m slm) e M. Vachera (1103 m slm) e M. Forcella (1192 m slm). Da questo punto, la dorsale devia verso nord ovest con crinali aventi quote leggermente più basse (M. L’Alta 940 M slm) e C.zzo della Croce (827 m slm) fino a raggiungere in direzione nord ovest l’abitato di Sanza.
La ZSC si sviluppa anche un poco oltre la valle fluviale disposta in direzione est ovest su cui è presente l’alto morfologico residuale, su cui insiste l’abitato di Sanza. L’area protetta investe a nord M. del Cerro (1081 m slm) e il vicino M. Trattonale (1006 m slm).
Un ulteriore elemento morfologico significativo è la presenza di una dorsale morfologica posta poco a sud ovest dell’abitato di Casalbuono con direzione NO-SE costituita dalla coalescenza degli alti morfologici di M. Caccavo (1112 m slm) e M. Tuncolo 1221 m slm).
Da un punto di vista geomorfologico risultano particolari, le diverse valli fluviali a forte incisione nelle rocce carbonatiche che creano forre con pareti verticali ben oltre i cento metri e i diversi inghiottitoi nella più caratteristica veste di aree carsiche.
Significativa è la forra tra Casaletto Spartano e Tortorella, cosi come la Rupe a Caselle in Pittari.
Nel complesso, l’intera area della ZSC, è caratterizzata da una morfologia molto variegata, che alterna paesaggi dolci e fortemente marcati, espressione della variabile natura litologica delle Unità che vi affiorano e delle complesse vicende geologiche e tettoniche che ne hanno modificato l’aspetto.
Il paesaggio, associato alle prevalenti formazioni carbonatiche, è connotato da rilievi marcati e dalla presenza di forre e da ripidi versanti a controllo strutturale.
Particolarmente significative le forme di modellamento carsico che includono, oltre a numerose forre, come ad esempio quella che il T. Bussentino crea tra Casaletto Spartano e Tortorella, di particolare evidenza è il sistema vallivo carsico del Fiume Bussento. Questo è rappresentato dalla forra cieca che il fiume attraversa a monte del suo percorso ipogeo di circa 4 Km che si svolge tra l’inghiottitoio La Rupe (a circa 240 m slm a est di Caselle in Pittari) e la Grotta del Bussento, a nord dell’abitato di Morigerati.
La possibile, antica, prosecuzione epigea del tracciato fluviale del T. Bussento è individuabile nelle valli sospese che, a quota intorno ai 450 m slm, dissecano in discordanza oro-idrografica, la dorsale dei Monti Pannello e l’alto di San Michele-La Serra.
La caratterizzazione geologica della ZSC in prevalenza costituita da rocce calcaree, determina lo sviluppo di molte forme carsiche. Tra queste particolarmente diffuse sono le grotte come evidenziato nella Figura 6 quale stralcio del catasto delle grotte della Campania.
Sistemi vallivi carsici attivi sono anche quelli del paleo affluente del Bussento, il Rio della Baccuta (che prosegue in una valle sospesa di circa 100 metri sull’inghiottitoio de La Rupe) e di un paleo affluente di destra di quest’ultimo, con recapiti negli inghiottitoi delle grotte di Caravo e di Orsivacca rispettivamente, che contribuiscono ad alimentare l’acquifero di Morigerati ed il basso corso del Bussento.
Altre morfologie legate al modellamento carsico sono presenti sulla sommità e sui fianchi dei rilievi carbonatici. Queste sono rappresentate da forme attive quali doline, campi di doline e piane carsiche (es. quelle impostate tra m. San Michele e M. Pannello e da superfici planari o a dolce rilievo relitte, dissecate e sospese sugli attuali livelli di base locale.