La ZSC occupa un territorio ampio che include ambienti collinari e di media montagna con differenti condizioni di esposizione dei versanti. Ciò determina la presenza di paesaggi vegetali diversificati, entro i quali si distinguono differenti tipologie forestali, come le leccete e i boschi misti di latifoglie termofili dei versanti più esposti, i boschi mesofili dei versanti più freschi e le faggete, rappresentate alle quote più elevate. Nel Sito sono inoltre ben rappresentate le praterie secondarie, generate e mantenute dalla attività pastorali tradizionali, in virtù della presenza di pascolo brado di ovini e bovini. Queste occupano complessivamente circa il 17% dell’intera superficie del Sito; a questo habitat sono legate specie animali di particolare interesse conservazionistico.
Il carsismo influenza significativamente la disponibilità idrica in superficie, sia per quanto riguarda i corsi d’acqua, interessati da lunghi tratti di scorrimento sotterraneo, sia per quanto riguarda le pozze permanenti o temporanee, scarsamente disponibili nel Sito. Ciò ha ripercussioni dirette sulla distribuzione di varie specie acquatiche, in particolare anfibi, insetti e crostacei. La natura carsica dei substrati determina inoltre la presenza di numerose cavità naturali, che rappresentano habitat idonei per specie animali più o meno strettamente adattate ad uno stile di vita ipogeo.
Fauna degli ambienti forestali
Gli habitat forestali occupano complessivamente il 64% della superficie del Sito. I boschi maturi termofili sono idonei alla presenza di insetti saproxilici, fra i quali è stata confermata la presenza dei coleotteri cerambicidi Cerambyx cerdo e Isotomus barbarae (endemita appenninico), del coleottero bostrichide Lichenophanes varius e del lucanide Lucanus tetraodon, le cui larve si sviluppano all’interno di parti senescenti di latifoglie.
Nell’ambito delle ricerche svolte per la redazione del precedente Piano (2010) era stata accertata la presenza di altri coleotteri saproxilici di particolare rilievo biogeografico, ecologico e conservazionistico, tra cui gli endemiti appenninici Kyklioacalles solarii (Fiori, 1903) (Curculionidae), Aclemmysa solarii (Endomychidae) e altre specie stenotope e stenoecie ovunque rare in Italia, come Plagionotus detritus (Linné, 1758), Pseudosphegesthes cinerea (Laporte de Castelnau & Gory, 1835) (Cerambycidae), Diodesma denticincta Abeille de Perrin, 1899 e Teredus cylindricus (Olivier, 1790) (Zopheridae), questʹultimo spesso legato alle gallerie trofiche di C. cerdo e C. welensii.
Fra le specie di anfibi maggiormente legate agli habitat forestali presenti nel Sito, si citano la salamandra pezzata Salamandra salamandra, specie microterma poco diffusa nel Sito e la cui presenza è nota da FS ma non è stata recentemente riconfermata, la Salamandrina terdigitata e la Rana italica, entità mesofile endemiche dell’Italia peninsulare legate ai piccoli torrenti collinari e montani privi di ittiofauna, e la Rana dalmatina, specie euirecia più generalista delle precedenti nella scelta degli habitat riproduttivi (pozze d’alveo, pozze temporanee).
Fra le specie di rettili maggiormente legate agli ambienti forestali, ancorché con buona presenza di spazi aperti e radure, si segnala la presenza del saettone occhirossi Zamenis lineatus e dell’orbettino Anguis veronensis. I boschi termofili e le boscaglie dei versanti collinari, preferibilmente interrotte da superfici a pascolo e arbusteti, rientrano nella varietà di ambienti frequentati dal cervone Elaphe quatuorlineata.
Fra gli uccelli forestali, nel Sito è stata accertata la presenza in periodo riproduttivo del picchio rosso minore Dryobates minor e del picchio rosso maggiore Dendrocopus major. Fra i rapaci appare rilevante l’osservazione del biancone Circaetus gallicus in due occasioni durante il periodo riproduttivo (maggio-giugno). La specie utilizza formazioni boschive estese e poco disturbate per la nidificazione e, diversamente da quanto ipotizzato sulla fenologia nel Sito in base alle conoscenze pregresse, potrebbe essere presente come nidificante, oltre che come migratore.
Per quanto riguarda i rapaci notturni associati ai boschi maturi, le attività di fototrappolaggio eseguite nel 2022 hanno permesso di accertare la presenza dell’allocco Strix aluco, comunuqe al di fuori del periodo riproduttivo della specie (settembre 2022).
Fra i passeriformi forestali, la cui nidificazione nel Sito appare possibile o probabile, si citano il rigogolo Oriolus oriolus, il tordo bottaccio Turdus philomelos, la tordela Turdus viscivorus, il luì verde Phylloscopus sibilatrix, la cincia bigia Poecile palustris, il fiorrancino Regulus ignicapilla e il picchio muratore Sitta europaea.
Per quanto riguarda i chirotteri forestali, il FS riporta la presenza del barbastello Barbastella barbastellus, specie legata ai boschi maturi dove forma colonie all’interno di fessure o sotto le desquamazioni della scorza dei vecchi faggi (Russo et al., 2004). Si tratta di una specie rara la cui presenza appare plausibile, benché non sia stata confermata dalle indagini svolte nell’ambito della stesura del presente Piano. Altre specie di chirotteri possono utilizzare le cavità d’albero per l’insediamento delle colonie riproduttive come Myotis daubentonii e M. crypticus, o utilizzare gli habitat forestali per l’attività di caccia (M. myotis, M. crypticus, Pipistrellus pygmaeus, Rhinolophus ferrumequinum, R. hipposideros, R. euryale).
Il lupo Canis lupus, la cui presenza nel Sito è accertata con varie segnalazioni sia dirette (segni di presenza) che indirette (tracce, escrementi), è specie ad ampia valenza ecologica con elevata capacità dispersiva, tipicamente associato anche alle aree forestali, dove trova territori meno disturbati dalla presenza antropica.
Un altro carnivoro tipicamente legato alle aree forestali ben conservate, la cui presenza è stata riconfermata dalle indagini in campo svolte nell’ambito della redazione del presente Piano è il gatto selvatico Felis catus.
La presenza di mustelidi associate agli ambienti forestali quali martora Martes martes e tasso Meles meles nella ZSC è stata pure confermata mediante attività di fototrappolaggio.
Infine, fra gli ungulati è stata accertata la presenza del capriolo Capreolus capreolus (italicus?) e del cinghiale Sus scrofa.